Il tromboembolismo venoso (TEV) è una malattia di particolare rilevanza clinica. Ogni anno si verificano circa 100 nuovi casi di trombosi venose profonde (TVP) ogni 100.000 persone. Circa due terzi si manifestano come TVP, mentre un terzo è rappresentato da embolie polmonari associate o meno a trombosi venose.
Questo numero aumento esponenzialmente con l’età, da un’incidenza di 5 casi ogni 100.000/ anno nei ragazzi sotto i 15 anni a valori di 500/600 casi/100.000 anno nelle persone con più di 80 anni. L’età critica sono i 60 anni di età quando si osserva un’impennata dell’incidenza. Circa il 6% dei pazienti con TVP e il 10% dei pazienti con embolia polmonare muore entro un mese dall’evento.
La fibrillazione atriale (FA) rappresenta nel contempo una evenienza clinica sempre più frequente nella popolazione, in particolar modo nei pazienti di età più avanzata, rappresentando quindi l’aritmia di più comune riscontro nella pratica clinica; essa colpisce l'1-2% della popolazione generale nei paesi occidentali e circa il 5% nelle persone sopra i 65 anni, raggiungendo addirittura il 18% nella popolazione di età uguale o superiore a 85 anni. I dati della letteratura indicano che il rischio di ictus è aumentato mediamente di circa 5 volte in presenza di fibrillazione atriale.
La terapia anticoagulante costituisce quindi il trattamento cardine per la prevenzione e cura delle malattie trombo-emboliche.
In questo contesto in continuo aggiornamento, si rende necessario un confronto aperto tra gli specialisti del settore, per individuare l’approccio terapeutico più appropriato nei vari setting di pazienti tra cui quello oncologico e cardiologico, ampliando la discussione ed il confronto sulla base delle esperienze e delle più recenti evidenze scientifiche proveniente dai trials clinici e dal mondo reale.